Nel cuore della Genova medievale, tra i caruggi e il fermento dei traffici mercantili, nacque nel 1407 un’istituzione destinata a cambiare la storia della finanza: il Banco di San Giorgio. Considerato da molti studiosi la prima banca pubblica e moderna del mondo, questo straordinario organismo rappresenta uno dei vanti più significativi della Repubblica di Genova e un esempio ancora oggi studiato nei manuali di economia.
Le origini: una risposta geniale a una crisi profonda
Nel XIV secolo, la Repubblica di Genova era in grave difficoltà economica. Le guerre con Venezia avevano dissanguato le casse dello Stato, mentre la vecchia amministrazione – detta Campagna Communis – non era più in grado di rimborsare i debiti contratti con i suoi creditori. Fu in questo contesto che le famiglie patrizie genovesi, insieme ai maggiori mercanti della città, decisero di creare un organismo finanziario capace di gestire il debito pubblico e garantire una stabilità economica duratura: nacque così il Banco di San Giorgio.
Un’istituzione all’avanguardia
Per molti aspetti, il Banco di San Giorgio fu secoli avanti rispetto al suo tempo:
- Emissione di cartamoneta: nel 1625 introdusse una forma di moneta cartacea, pagabile a vista, anticipando il concetto di valuta moderna.
- Sistema della “Compera”: i cittadini prestavano denaro allo Stato in cambio dei proventi derivanti da specifiche imposte, una forma primitiva ma efficace di obbligazione pubblica.
- Contabilità a partita doppia: già nel 1412 il banco adottò un sistema di registrazione contabile che gettò le basi della moderna ragioneria.
- Sistema di compensazione (clearing house): uno dei primi esempi documentati al mondo di semplificazione delle transazioni economiche attraverso una struttura centralizzata.
Potere economico… e politico
Il Banco di San Giorgio non si limitava alle sole attività finanziarie. In diverse fasi della sua storia, arrivò ad amministrare direttamente territori sotto la giurisdizione genovese, tra cui:
- La Corsica, affidata al banco nel 1453;
- Famagosta, importante porto di Cipro, tra il 1447 e il 1464;
- Alcune aree del Mar Nero e della costa ligure (le cosiddette “Gazaria” e “Riviere”).
In questi territori il banco riscuoteva tasse, amministrava la giustizia e regolava la vita economica, agendo come un vero e proprio governo autonomo.
La fine e l’eredità
Con l’annessione della Liguria all’Impero di Napoleone, il Banco di San Giorgio venne ufficialmente soppresso nel 1805, ma le sue attività continuarono fino al 1856. I suoi documenti, oggi conservati presso l’Archivio di Stato di Genova, sono una fonte storica di inestimabile valore per comprendere le origini della finanza moderna.
Un modello per le banche centrali
Molto prima della fondazione della Bank of England (1694), il Banco di San Giorgio svolgeva già funzioni fondamentali che oggi attribuiamo alle banche centrali: gestione del debito pubblico, raccolta fiscale, emissione di moneta, amministrazione di territori. Per questo motivo, molti storici lo considerano il primo esempio al mondo di banca centrale ante litteram.
Una memoria da valorizzare
La storia del Banco di San Giorgio è una delle tante pagine straordinarie scritte dalla città di Genova. Raccontarla significa non solo celebrare il passato, ma anche ispirare il presente e il futuro con un esempio di ingegno, visione e capacità amministrativa che il mondo ancora oggi riconosce alla nostra città.
Per approfondire, visita il sito dell’Archivio di Stato di Genova o scopri i nostri percorsi culturali legati alla storia economica della Superba.